Libro di Osea (Os) 6,1-6.

[6,1]« Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
[6,2]Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza.
[6,3]Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia di autunno, come la pioggia di primavera, che feconda la terra ».
[6,4]Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce.
[6,5]Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce:
[6,6]poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.

Salmi (Ps) 51(50),3-4.18-19.20-21ab.

[51,3]Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
[51,4]Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

[51,18]Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
[51,19]Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

[51,20]Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
[51,21a]Allora gradirai i sacrifici prescritti,
[51,21b]l’olocausto e l’intera oblazione.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca (Lc) 18,9-14.

[18,9]In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:
[18,10]«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
[18,11]Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
[18,12]Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
[18,13]Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
[18,14]Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Meditazione

Sapete che il nostro Divino Salvatore, che è la verità e la bontà stessa, diceva ai discepoli: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20). Sono davvero di Cristo queste parole. Lui non voleva condannare l’adultera; chi si degnava di colloquiare con la samaritana e rivelare i misteri del cielo a colei che conduceva una vita sbagliata; lui che acconsentiva a mangiare coi pubblicani, socialmente considerati peccatori; che permetteva alla Maddalena di lavargli i piedi e asciugarli coi suoi capelli; lui che era “così dolce e umile di cuore” (Mt 11,29), accusava pubblicamente i Farisei come anatemi: “Guai a voi Farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate…” (Mt 23,13). (…)

Ricordate il Fariseo che Cristo ci dipinge mentre sale al Tempio per pregare. Quale è la sua preghiera? “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo” (Lc 18,11-12); Non mi coglierete in alcun difetto, dovete esser fiero di me”. E, in senso letterale, quanto diceva era vero: osservava tutto ciò. Tuttavia quale è il giudizio di Gesù? Quest’uomo uscì dal tempio giustificato, ma col cuore vuoto della grazia di Dio. Perché questa condanna? Perché il disgraziato si gloriava delle sue buone azioni e poneva la perfezione nell’osservanza puramente esteriore, senza preoccuparsi delle disposizioni interiori del cuore. Nostro Signore ci dice anche: “Se la vostra giustizia non supererà quella dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. (…) E’ nel cuore, infatti, che sta la perfezione; poiché l’amore è la legge suprema.