Libro di Malachia (Ma) 3,1-4.

[3,1]Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.
[3,2]Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
[3,3]Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’oblazione secondo giustizia.
[3,4]Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.

Salmi (Ps) 24(23),7.8.9.10.

[24,7]Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.

[24,8]Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.

[24,9]Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.

[24,10]Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca (Lc) 2,22-40.

[2,22]Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
[2,23]come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;
[2,24]e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
[2,25]Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele;
[2,26]lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
[2,27]Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
[2,28]lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
[2,29]«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
[2,30]perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
[2,31]preparata da te davanti a tutti i popoli,
[2,32]luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
[2,33]Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
[2,34]Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione
[2,35]perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».
[2,36]C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
[2,37]era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
[2,38]Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
[2,39]Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
[2,40]Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

Meditazione

” Ed ecco una donna, che soffriva d’emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. (…) E in quell’istante la donna guarì” (Mt 9,20). Se questa donna, toccando il lembo della veste di Gesù, ne ebbe tale vantaggio, cosa pensare di Simeone che “tenne il bambino fra le braccia”, e, tenendolo fra le braccia si lasciò andare alla gioia vedendo che teneva chi era venuto per liberare i prigionieri (Lc 4,18), e che lui stesso sarebbe stato liberato dai legami del corpo? Sapeva che nessuno può far uscire altri dalla prigione del corpo con la speranza della vita futura se non colui che egli teneva fra le braccia. Ed è a lui che si rivolge: “Ora lascia, Signore che il tuo servo vada in pace. Poiché così tanto tempo non tenevo Cristo, così a lungo non lo abbracciavo, ero imprigionato e non potevo uscire dai miei legami”.

Queste parole, del resto, non sono solo di Simeone, ma occorre udirle da tutti gli uomini. Se uno lascia il mondo, se è liberato dalla prigione e dalla dimora dei prigionieri per ottenere la regalità, prenda Gesù e lo abbracci, lo tenga sul suo cuore, e allora, pieno di gioia, potrà andare dove vuole.

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