Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti (1_Co) 15,1-8.

[15,1]Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi,
[15,2]e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!
[15,3]Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture,
[15,4]fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,
[15,5]e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
[15,6]In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.
[15,7]Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
[15,8]Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.

Salmi (Ps) 19(18),2-3.4-5.

[19,2]I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
[19,3]Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

[19,4]Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
[19,5]Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni (Jn) 14,6-14.

[14,6]In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
[14,7]Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
[14,8]Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
[14,9]Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?
[14,10]Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.
[14,11]Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
[14,12]In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre».
[14,13]Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.
[14,14]Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.»

Meditazione

Gli Apostoli, fedeli alla memoria di Gesù, si rallegravano con i nuovi credenti, perché avevano trovato in lui il Pastore delle loro anime, anzi il Principe dei Pastori. Giunta poi l’ora di far ritorno al Padre, lasciando questo mondo, Gesù volle scegliersi e chiamare altri “pastori secondo il suo cuore” (Ger 3,15). Lo fece per sua libera elezione, affinché continuassero la sua stessa missione, in tutto il mondo, sino alla fine dei secoli. Essi saranno i suoi inviati, i suoi messaggeri, i suoi apostoli. Essi non saranno pastori se non nel suo Nome, per il bene del gregge e in virtù del suo Spirito, a cui dovranno rimanere fedeli.

Primo fra tutti Pietro, che, dopo la sua triplice professione di amore verso Gesù, è nominato pastore delle sue pecore e dei suoi agnelli (Gv 21, 15). Poi tutti gli apostoli. E dopo di loro, altri ancora, ma tutti nel medesimo Spirito. E tutti, in ogni tempo, dovranno guidare il gregge del Signore, ad essi affidato non come dominatori, ma come modelli, del gregge (1 Pt 5,3), con pieno disinteresse, con slancio del cuore. Solo così essi potranno ricevere un giorno il premio meritato, quando riapparirà il Principe dei Pastori.