Atti degli Apostoli (Ac) 18,1-8.

[18,1]In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto.
[18,2]Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro
[18,3]e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende.
[18,4]Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
[18,5]Quando giunsero dalla Macedonia Sila e Timòteo, Paolo si dedicò tutto alla predicazione, affermando davanti ai Giudei che Gesù era il Cristo.
[18,6]Ma poiché essi gli si opponevano e bestemmiavano, scuotendosi le vesti, disse: “Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente; da ora in poi io andrò dai pagani”.
[18,7]E andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che onorava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga.
[18,8]Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano e si facevano battezzare.

Salmi (Ps) 98(97),1.2-3ab.3cd-4.

[98,1]Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

[98,2]Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
[98,3a]Egli si è ricordato del suo amore,
[98,3b]della sua fedeltà alla casa di Israele.

[98,3c]Tutti i confini della terra hanno veduto
[98,3d]la salvezza del nostro Dio.
[98,4]Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni (Jn) 16,16-20.

[16,16]In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po’ ancora e mi vedrete».
[16,17]Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po’ ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?».
[16,18]Dicevano perciò: «Che cos’è mai questo “un poco” di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
[16,19]Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete?
[16,20]In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.»

Meditazione

Il Signore ha detto : «Ancora un poco e non mi vedrete più, e un altro poco e mi vedrete» (Gv 16,16). E’ breve infatti tutto questo spazio in cui si svolge il tempo presente; per cui il medesimo evangelista nella sua lettera dice: «E’ l’ultima ora» (1 Gv 2, 18)… Queste parole sono una promessa per tutta la Chiesa, così come lo sono le altre: «Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Il Signore non ritarda il compimento della sua promessa: ancora un poco e lo vedremo, lassù dove non avremo più nulla da chiedergli, più nessuna domanda da fargli, perché non rimarrà alcun desiderio insoddisfatto, nulla di nascosto da cercare.

Questo breve intervallo di tempo a noi sembra lungo, perché dura ancora; allorché sarà finito, ci accorgeremo quanto sia stato breve. La nostra gioia, quindi, non sia come quella del mondo, il quale, come dice il Signore, «godrà»; tuttavia nel travaglio di questo desiderio, non dobbiamo essere tristi senza gioia, ma, come dice l’apostolo Paolo, dobbiamo essere «gioiosi nella speranza, pazienti nella tribolazione» (Rm 12, 12). Del resto, anche la donna in travaglio, alla quale siamo paragonati, gioisce per il bambino che attende più di quanto non sia triste per il suo dolore presente.