Carissimi,
il Signore, nel suo immenso amore, con il dono della Quaresima, ci offre una
nuova opportunità per ritornare a Lui con tutto il cuore.

Sì, con tutto il cuore perché è il “luogo” dell’incontro tra la nostra povertà e la sua grandezza, tra la nostra fragilità e la Misericordia, tra il niente che siamo e il tutto che è Lui.

Dobbiamo avere ben chiaro, fratelli cari, che l’imposizione delle mani non ci ha garantito
l’immunità dal peccato o ci ha assicurato la giustifica dell’“ex opere operato”, al contrario, il nostro “SI” va rinnovato ogni giorno perché lo Spirito possa configurarci a Cristo servo, consapevoli di quanto afferma Gesù nel Vangelo: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” (Lc. 12,48).

La decisione di amare e di lasciarci amare è nostra: pena l’infedeltà al ministero.
Perciò, riguardando la nostra vita di uomini, di cristiani, di sposi, di educatori, di diaconi, di aspiranti e di prete ci chiediamo: “chi mi guarda, chi mi osserva, chi mi incontra, chi si rivolge a me… percepisce che in me si identificano “messaggio e messaggero?”. Come mi sento? L’invito è quello di “mettere in circolo il Suo amore”, che deve trasparire e traspirare in ogni relazione e in ogni situazione: senza dare nulla per scontato. Perciò utilizziamo e riscopriamo quanto ci è stato affidato: la bellezza e la potenza della preghiera; l’ascolto e la meditazione della Parola; la grazia sacramentale, da curare con il frequente “bucato
dell’anima”, la partecipazione assidua all’Eucaristia e l’incontro con il padre spirituale. Così il diacono, “l’uomo della soglia”, diventa significativo con la sua presenza perché fa incontrare “le cose degli uomini con quelle di Dio”.

Nell’augurarvi un virtuoso cammino quaresimale, personale, familiare, parrocchiale e comunitario, saluto con rinnovato affetto voi e le vostre famiglie.

Don Sabatino

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